Occlusione Venosa Retinica

Definizione

Con la definizione di occlusione venosa retinica si fa riferimento ad un gruppo eterogeneo di forme occlusive venose retiniche che si differenziano per patogenesi, aspetti clinici, decorso, e complicanze. Elemento comune della loro patogenesi è sempre un ostacolo alla normale circolazione del sangue venoso retinico. A tale blocco del flusso consegue uno stravaso di sangue e siero con la possibile comparsa di aree di mancata perfusione retinica periferica.

Classificazione

In generale si separano 2 grandi forme principali: occlusione venosa centrale, che coinvolge la vena centrale della retina, e occlusione venosa di branca, che si riferisce ad una diramazione del vaso venoso centrale. Esistono poi ulteriori sottoforme con caratteristiche specifiche.

Epidemiologia

La prevalenza dell’occlusione venosa retinica è pari al 5.2 per mille (occlusione venosa di branca 4.42 e occlusione venosa centrale 0.80), senza differenze fra sessi.

Fattori di Rischio

I principali fattori di rischio sono rappresentati da:

  • Ipertensione arteriosa
  • Diabete mellito
  • Affezioni cardiovascolari
  • Dislipidemia
  • Glaucoma ed ipertensione oculare
  • Iperviscosità ematica
  • Trombofilia

I fattori di rischio devono essere accuratamenti ricercati ed identificati per evitare che possano verificarsi ulteriori complicanze cardiovascolari e tromboemboliche nel successivo follow-up. E’ noto infatti, che dopo l’occlusione venosa retinica possano manifestarsi altre affezioni vascolari che pregiudicano la vita dei pazienti.

Diagnosi

Nella maggior parte dei casi la diagnosi viene raggiunta con la semplice valutazione del fundus oculi, attravero l’identificazione della congestione  tortuosità dei vasi venosi con la presenza di emorrgie retiniche. Nella occlusione venosa centrale tutti i quattro quadranti della retina risultano interessati (Figura 1), mentre nella occlusione venosa di branca viene coinvolto solo un quadrante (Figura 2). Risultano particolarmente utili esami strumentali quali la fluorangiografia e la tomografia a coerenza ottica. La fluorangiografia permette di identificare con precisione l’estensione del segmento retinico coinvolto dall’occlusione venosa retinica, le zone di non perfusione capillare retinica periferica e l’eventuale esistenza di neovasi oculari. La tomografia a coerenza ottica consente di individuare e quantificare l’edema maculare.

Figura 1: Occlusione venosa centrale della retina

Figura 1: Occlusione venosa centrale della retina

Figura 2: Occlusione venosa retinica di branca

Figura 2: Occlusione venosa retinica di branca

Terapia

Non esiste purtroppo una terapia specifica per la malattia occlusione venosa retinica. Il trattamento farmacologico mira alla terapia dei fattori di rischio una volta che siano stati identificati, ed alla gestione delle complicanze, quali neovasi oculari ed edema maculare. In particolare, la terapia farmacologica si è giovata dell’avvento dell’approccio intravitreale, che consente di inserire direttamente a contatto della retina attraverso una iniezione intraoculare di quantità estremamente limitate di farmaci per un loro pronto effetto. Le iniezioni intravitreali di farmaci anti-vascular endothelial growth factor (anti-VEGF) hanno dimostrato accertata efficacia nel ridurre l’edema maculare e migliorare l’acuità visiva in pazienti affetti da edema maculare secondario ad occlusione venosa. I numerosi studi clinici sull’impiego di farmaci anti-VEGF quali ranibizumab e aflibercept hanno riportato effetti positivi indubbi. Meno sicuri appaiono i risultati raggiunti mediante bevacizumab. Inoltre, anche l’impianto intravitreale di cortisonici, quali il dexamethasone, ha fornito validi risultati nel controllo dell’edema maculare con miglioramento funzionale. Non vi sono dati certi riguardo l’efficacia di un approccio chirurgico per le occlusione venose retiniche, benché alcuni studi su campioni limitati abbiano suggerito interessanti prospettive. Il trattamento fotocoagulativo laser rimane comunque la terapia di prima scelta per la gestione della non perfusione retinica periferica e dei neovasi oculari.

Maurizio Battaglia Parodi
Articolo a cura di Maurizio Battaglia Parodi
Dipartimento di Oftalmologia, Università Vita-Salute, Istituto Scientifico San Raffaele, Milano