ATTIVITA’ FISICA “VIGOROSA” E CORIORETINOPATIA SIEROSA CENTRALE

ATTIVITA’ FISICA “VIGOROSA” E CORIORETINOPATIA SIEROSA CENTRALE

Uno studio promosso dalla Fondazione Italiana Macula in collaborazione con le Università di Genova, Ancona e Perugia, e con il Jules-Gonin Eye Hospital dell’Università di Losanna, ha dimostrato che un’attività fisica intensa e frequente rappresenta un fattore di rischio per la corioretinopatia sierosa centrale (CSC). (1)

Un gruppo di pazienti con CSC attiva e un gruppo confrontabile di soggetti sani sono stati interrogati sulla loro attività fisica abituale nei precedenti 12 mesi utilizzando una versione adattata dell’International Physical Activity Questionnaire (IPAQ). Le linee guida dell’IPAQ definiscono l’attività fisica come “vigorosa” quando comporta un marcato aumento della frequenza respiratoria. Nello studio si è fatto riferimento al Compendium of Physical Activities utilizzato per le scienze sportive che cataloga le specifiche attività indicandone il livello di sforzo richiesto quantificato in MET (metabolic equivalent of task). (2)

Lo studio ha dimostrato un’associazione significativa dell’attività fisica vigorosa frequente (almeno venti minuti al giorno per almeno tre giorni la settimana) con la CSC, con un aumento del rischio malattia di 5,58 volte. Pesi e bicicletta (praticati con forte dispendio di energia) sono le attività fisiche maggiormente correlate con la CSC, accomunate da una marcata componente isometrica della contrazione muscolare, quella maggiormente capace di aumentare la pressione arteriosa sistemica.

L’ipertensione è un fattore di rischio da tempo riconosciuto per la CSC. I pazienti con CSC, rispetto agli altri individui, mostrano una maggiore elevazione della pressione arteriosa in risposta allo sforzo fisico.(3) Anche se di base non ipertesi essi possono rientrare nella categoria della “ipertensione indotta da esercizio fisico”, una condizione significativamente correlata, come l’ipertensione franca, a danno d’organo ed eventi cardiovascolari.(4)

Inoltre, nei soggetti con CSC l’aumento della pressione di perfusione oculare prodotto da un aumento pressorio sistemico non trova adeguati meccanismi di compenso del flusso nei vasi della coroide.(3) Ne risulta una maggiore vulnerabilità di questa struttura vascolare posta dietro la retina allo stress emodinamico prodotto dagli episodi ipertensivi. Questi favorirebbero trasudazione dai vasi coroidealie successivamente passaggio di fluido nello spazio sottoretinico maculare (CSC attiva).

Queste peculiarità delle persone affette da CSC possono essere alla base del potenziale effetto dannoso prodotto sulla malattia da un esercizio fisico intenso, con gli episodi ipertensivi che lo accompagnano. D’altro canto un regolare e moderato training fisico, migliorando le funzioni cardiovascolari, potrebbe avere a lungo termine un impatto positivo sugli stessi pazienti con CSC.  Al momento non vi sono linee guida chiare sul corretto regime di esercizio fisico che può essere benefico per la salute. I possibili impatti negativi di un’attività fisica intensa non sono stati abbastanza ampiamente indagati. In definitiva quindi ulteriori studi sono necessari per comprendere quale regime di training possa essere quello ideale per i pazienti affetti da CSC o predisposti alla malattia. Nel frattempo il nostro studio indica i livelli di attività fisica che non dovrebbe essere consigliabile raggiungere per questi pazienti.

  1. Cardillo Piccolino F, Fruttini D, Eandi C, Nicolò M, Mariotti C, Tito S, Lupidi M, Vigorous physical activity as a risk factor for central serous chorioretinopathy. Am J Ophthalmol, 2022;44:30-37;
  2. Answorth BE, Haskell WL, Herrmann SD, et al. Compendium of physical activities: a second update of codes and MET values. Med Sci Sports Exerc. 2011;43:1575-1581;
  3. Cardillo Piccolino F, Lupidi M, Cagini C, Fruttini D, Nicolò M, Eandi C, Tito S., Choroidal vascular reactivity in central serous chorioretinopathy. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2018;59:3897-3905;
  4. Halle M, Esefeld K, Schindler M, Schunkerr H., Exercize hypertension: link to myocardial fibrosis in athletes? Eur J Prev Cardiol. 2020;27:89-93.

 

Felice Cardillo Piccolino
Articolo a cura di Felice Cardillo Piccolino
Fondazione Italiana Macula Ets